Agnus Dei – Fedi in gioco

Rassegna ACEC “Fedi in Gioco 2017”
per la proposta sul cristianesimo presenta

film AGNUS DEI
regia di Anne Fontaine
Con Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza, Vincent Macaigne, Joanna Kulig.
Francia – Polonia, 2016, film, 115′

In un ordito di Storia e storie, il primo nodo ci riporta all’atrocità degli stupri dell’Armata Rossa in marcia verso Berlino. Ambientato in Polonia nel dicembre del 1945, Agnus Dei segue l’intenso incontro di donne che si sviluppa tra le mura di un convento sotto le nevi d’inverno. Seguendo il filo di un cinema attento alle pieghe di una realtà sfaccettata e meticcia, però, varrà la pena di rimarcare che l’unico personaggio maschile è un medico ebreo, solidale con le suore del paese che non aveva impedito i massacri del ghetto di Varsavia.

Biglietteria: € 3,00

Scheda film ACEC – a cura di Katia Malatesta

La prima persistente impressione è quella del contrasto tra il nero di un abito religioso e il bianco della neve nel rigido inverno polacco. Nel procedere dolente e composto della storia, tuttavia, Agnus Dei si impasta di mezzetinte e sfumature, per restituire senza retorica e senza giudizio un pulsante incontro di diversità che attraversa temi come gli stupri di guerra, la maternità, il fanatismo religioso, in equilibrio tra la ricostruzione storica, l’afflato universale e il forte richiamo al nostro tempo e alle sue pagine più nere.

Coproduzione franco-polacca, il film di Anne Fontaine è ispirato alla vera storia di Madeleine Pauliac, ufficiale medico della Croce Rossa francese, che qui rivive nel personaggio di Mathilde Beaulieu (Lou de Laâge), in servizio in Polonia per curare i connazionali feriti al fronte. Avvicinata da una novizia in cerca d’aiuto per una sorella, nel dicembre 1945 la giovane dottoressa, contravvenendo al regolamento, si reca al convento, dove presterà soccorso ad alcune religiose violentate dai soldati russi, aiutandole a partorire.

Il rapporto tra le suore e la scienziata, comunista e atea, si sviluppa nella quieta partita dei gesti e degli sguardi, all’insegna di una sollecitudine profondamente umana che ha la meglio sui silenzi, sulle reticenze e sui non detti, gettando un ponte tra i loro vissuti così diversi. Mathilde scopre che, dietro l’uniformità delle vesti, ogni donna vive a suo modo la scelta comune della vita religiosa, la tragedia che l’ha colpita, l’angoscia della purezza perduta, l’esperienza scioccante della maternità verso la quale, prendendo i voti, ciascuna aveva espresso la propria rinuncia. Da suor Maria (Agata Buzek), in particolare, Mathilde apprende la vertigine della fede e dell’incertezza (“ventiquattro ore di dubbio per un minuto di speranza”); mentre è l’inflessibile rigidità a dettare la condotta della madre badessa (Agata Kulesza), pronta a tutto – e a risponderne davanti a Dio – per salvare il suo convento ferito. Non per la prima volta una regista laica, non credente, ci consegna un ritratto sensibile e frastagliato di un mondo che Anne Fontaine ha voluto conoscere di persona attraverso due periodi di ritiro in un convento benedettino. La rappresentazione della pluralità, in Agnus Dei, si arricchisce inoltre grazie all’unico,  ma tutt’altro che secondario, personaggio maschile (Vincent Macaigne), il medico ebreo  che ha avuto la famiglia sterminata a Bergen-Belsen, ma che sceglie, con Mathilde, la disobbedienza e la solidarietà.

Fedi in Gioco 2017: maggiori informazioni sul sito ACEC SdC (consultate l’opuscolo)

Share This

Copy Link to Clipboard

Copy