Fantasticherie di un passeggiatore solitario

Mercoledì 29 giugno 2016 – ore 21:00
Ultimo appuntamento con la Rassegna Accadde Domani 2016
FANTASTICHERIE DI UN PASSEGGIATORE SOLITARIO
Regia di Paolo Gaudio
con Luca Lionello, Lorenzo Monaco, Nicoletta Cefaly
Italia 2015
Genere: animazione, fantasy
Durata: 87 minuti

Sarà presente in sala il regista Paolo Gaudio

Trama: Tre personaggi di tre epoche diverse vengono uniti da un sogno di libertà e da un piccolo capolavoro di letteratura. Un viaggio misterioso e senza tempo attraverso le aspirazioni, le sofferenze e le “fantasticherie” di un poeta, di un giovane studente e di un bambino sperduto nel bosco.

Il regista incontrerà il pubblico al termine del film, nella piazzetta antistante la Chiesa di San Giuliano. Il confronto sarà allietato con la degustazione delle Birre Amarcord – sponsor dell’evento.

Biglietteria: posto unico 6 euro

Recensione Coomingsoon.it:

E’ cosa rara e fa davvero piacere trovare un’opera prima indipendente italiana che non ci aspettavamo e che probabilmente non avremmo mai conosciuto se il suo autore si fosse fatto scoraggiare dai mille problemi che ha incontrato e che si trova ad affrontare chiunque nel nostro paese cerchi di fare qualcosa di dichiaratamente fuori dagli schemi e dunque non commerciale. E’ per questo che è diventato difficilissimo in Italia fare film di animazione o di genere fantastico: a ostacolarli è il pregiudizio per cui, dal momento c’è chi li fa da sempre e dunque meglio di noi, prodotti del genere sono destinati al fallimento. Con Fantasticherie di un passeggiatore solitario, che prende il titolo dell’ultima opera incompiuta di Jean-Jacques Rousseau e nasce proprio dalla fascinazione dell’autore per il tema dei libri non conclusi, Paolo Gaudio ci dimostra come si possa parlare di argomenti alti come la filosofia e la letteratura in una cornice di cinema fantastico, in modo comprensibile ma non banale né pretenzioso, riuscendo a coinvolgere lo spettatore.

Sono tre i piani del racconto che si interseca continuamente, in un mix equilibrato tra riprese dal vero e animazione a passo uno declinata in modo molto suggestivo nelle sue varie forme (dalla classica claymation alla pixilation sugli attori in carne ossa): la storia contemporanea è quella di Theo, uno studente di filosofia che si ritrova misteriosamente in possesso di un manoscritto intitolato Fantasticherie di un passeggiatore solitario, opera di un autore dell’Ottocento, Jean-Jacques Renou, che costituisce al tempo stesso una guida e una sorta di ricettario fantastico. Nella ricerca di notizie sul libro e sul suo autore, Theo è aiutato dalla bizzarra amica Chloe, outsider come lui e accomunata al compagno da una tragica esperienza infantile. In uno scantinato Renou, disperato e alcolizzato, scrive il libro ritrovato da Theo, con l’aiuto di un demone da lui imprigionato, Necromante, che lo disprezza e lo provoca di continuo. Con la magia della Passeggiata nr. 23 lo scrittore vuole arrivare in un luogo chiamato Vacuitas, dove poter ripartire da zero cancellando errori e dolori della sua vita e riunirsi all’amata sposa. Mentre Renou scrive, i suoi protagonisti, un vecchio e un bambino, seguono le indicazioni del suo libro e si inoltrano in un bosco, lo stesso in cui forse Theo si perderà.

Costruito in modo impeccabile e con grande sensibilità, Fantasticherie di un passeggiatore solitario induce a perdonare qualche passaggio meno fluido e un po’ di dislivello qualitativo nelle interpretazioni dei giovani protagonisti, che sono comunque sopra la media di questo tipo di film, mentre è ottimo Luca Lionello che vorremmo vedere – e sentire – più spesso al cinema e molto azzeccata l’apparizione del regista Domiziano Christopharo nel ruolo del bizzarro proprietario della Bottega Infernale. A compensare le inevitabili imperfezioni di un’opera prima così sofferta ed elaborata ci sono il fascino di una storia che ci induce a interrogarci sulla nostra ansia di compiutezza (che sembra nascondere un desiderio di morte), l’ottimo lavoro tecnico sugli effetti speciali e la creatura, ad opera di Illusion e Leonardo Cruciano (fondatore di Makinarium), le suggestive, notevoli musiche di Sandro Di Stefano e soprattutto la visione d’insieme di Gaudio, talmente ricca di riferimenti che una sola visione non è probabilmente sufficiente per coglierli tutti.

Se l’autore cita in effigie illustri autori di libri incompiuti come Kafka, Nietzsche, Flaubert e Dostojevsky, non dimentica le fiabe più bizzarre e fantastiche della letteratura, da Pinocchio ad Alice nel paese delle meraviglie e fornisce il suo scrittore maledetto di bottiglie di assenzio, l’inebriante e “velenoso” liquore bevuto dai pittori e dai poeti dell’Ottocento, da Gauguin a Modigliani a Picasso, da Verlaine a Baudelaire fino ad Edgar Allan Poe. Affianca poi al suo scribacchino un demone che somiglia a un automa, accecato da questo Nessuno nella sua Odissea di conoscenza, e immagina una bottega stracolma di tesori svalutati dai loro possessori, che può ricordarci Borges o Dickens. Nel tessuto visivo del film si integrano con naturalezza anche gli echi di autori amati dal regista, come Tim Burton e Terry Gilliam, senza che si finisca mai nel compiaciuto e sterile omaggio citazionista.

Fantasticherie di un passeggiatore solitario non si rivolge a un pubblico intellettuale, ma a chiunque ami il cinema fantastico per la sua capacità di trasportarci altrove, in territori che a volte ci è dato di percorrere in sogno e che solo la fantasia di artisti visionari riesce a ricreare. In questo senso il miglior complimento per questo film sono gli apprezzamenti che ha ottenuto anche all’estero, dove un tempo il nostro cinema fantastico era ammirato ed imitato. Oggi tocca ai giovani di buona volontà riportare in vita l’eredità dei padri e dei nonni e Paolo Gaudio ci sembra più che qualificato per farlo.

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