Magic Men – Fedi in gioco

Giovedì 12 maggio 2016 – ore 21:00
Rassegna “Fedi in gioco”:
Ebraismo
Film MAGIC MEN
Regia di Erez Tadmor e Guy Nattiv
Israele 2014
Durata 100 minuti

Prima visione a Rimini

Versione originale in inglese con sottotitoli in italiano

La storia di Avraham, anziano ebreo greco insofferente della religione, e di suo figlio, affermato rapper ortodosso. Dopo un distacco durato molti anni, i due partono insieme per la Grecia, dove Avraham si mette alla ricerca di un vecchio mago che durante la seconda guerra mondiale gli aveva salvato la vita. Attraverso una serie di incontri assurdi e situazioni bizzarre, il rapporto tra padre e figlio si sviluppa verso l’inevitabile confronto finale…

Biglietteria: posto unico € 4,00

MAGIC MAN: recensione 

Secondo film del sodalizio artistico di Erez Tadmor e Guy Nattiv, tra le voci più interessanti del nuovo cinema israeliano, “Magic Men” affonda in una storia di famiglia: quella dei nonni dei registi, tornati entrambi nella nativa Polonia nel tentativo di ritrovare i “giusti” che li avevano salvati dall’Olocausto. Vicende simili non sono nuove agli storici e neppure al cinema della Shoah. L’ambientazione greca, nel pieno della recente crisi finanziaria, aggiunge però nuove sfumature ad una commedia che approfondisce con il caratteristico miscuglio di riso e di lacrime l’inesauribile esplorazione dell’identità ebraica.

Protagonista dell’opera è l’anziano Avraham (Makram J. Khoury), scampato all’occupazione nazista di Salonicco, ora membro stimato – seppure ben noto per le sue intemperanze – della comunità ebraica greca in Israele. Il suo ritorno in Grecia per una cerimonia commemorativa si trasforma piuttosto in una surreale odissea crossculturale alla ricerca dell’illusionista che lo aveva nascosto e gli aveva insegnato i suoi trucchi durante la Seconda guerra mondiale. Ad accompagnare Avraham, ateo radicale, è il figlio quarantenne, devoto rapper ultra-ortodosso che vede nel viaggio l’opportunità di sanare le laceranti incomprensioni che li hanno tenuti lontani per anni. La forza del film risiede proprio nella vivace caratterizzazione dei personaggi: il vecchio collerico ma estroverso che rifiuta sdegnosamente il conforto della fede, l’irresistibile musicista chassidico con le sue coinvolgenti fragilità, e a completare inaspettatamente il triangolo la squillo greca che rinnova l’immagine trita della prostituta di buon cuore.

La straordinaria interpretazione di Khoury, l’attore arabo israeliano già interprete di celebri film come “La sposa siriana” e “Munich” di Steven Spielberg, ha guadagnato a “Magic Men” il prestigioso riconoscimento dell’Israel Film Academy. La scelta di affidare la parte di un sopravvissuto ad un artista palestinese ha fatto discutere – e in qualche caso indignare – la società ebraica. Dopo averlo visto sulla scena, tuttavia, non si può che concordare con i registi, che in lui hanno riconosciuto semplicemente “l’uomo giusto nella parte giusta”, scrivendo così una nuova pagina della storia del cinema come strumento di integrazione. Memorabile in questo senso anche la scena in cui Avraham-Khoury sfugge alla violenza antisemita di un gruppo di skinhead.

Scandito da accattivanti momenti musicali, “Magic Men” sviluppa i temi del rapporto padre – figlio e del contrasto tra il credere e il non credere rispolverando la formula collaudata del road movie; ma in entrambi infonde complessità e sentimento, ritrovando la ricchezza e l’incanto del vivere quotidiano.

Magic Man: il trailer in inglese

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