Opera: Don Pasquale

in diretta via satellite dall’Operà di Parigi, Palais Garnier

DON PASQUALE
opera buffa in tre Atti di Gaetano Donizetti.
regia: Damiano Micheletto
direttore d’orchestra: Evelino Pidò
con Michele Pertusi, Florian Sempey, Nadine Sierra
Il libretto scritto da Giovanni Ruffini (anche se firmato da Michele Accursi), è un rifacimento del libretto che Angelo Anelli scrisse nel 1810 per “Ser Marcantonio” di Stefano Pavesi.

“Nonostante abbia raggiunto un’età considerevole, sono in piena forma, e in quanto a forza e vivacità, ne ho da vendere.”
Don Pasquale, Atto I, Scena III

“Pazzo è infatti colui che si sposa in vecchiaia.” Così finisce Don Pasquale: con un detto saggio non privo di ironia che riassume le delusioni del suo eroe: un ricco scapolo desideroso di sposarsi, che viene ingannato dal nipote Ernesto e dalla sua giovane promessa sposa, Norina. La prima rappresentazione fu a Parigi nel 1843, anno ricco di fermenti epocali. Don Pasquale, un’opera composita e varia, è l’apoteosi dell’opera buffa. Per la prima volta all’Opéra di Parigi, questo allestimento è stato affidato al regista italiano Damiano Michieletto, che ci coinvolge nello splendore drammatico di un’opera apparentemente spensierata.

Il basso Michele Pertusi nel ruolo del protagonista, è affiancato dal tenore Lawrence Brownlee, con una voce “di grande bellezza ed espressione” è “perfettamente adatto” alla grandezza delle opere di Donizetti (NPR Music). Nadine Sierra, vincitrice del premio Richard Tucker 2017, interpreta perfettamente la civettuola e maliziosa Norina.

La controversia sull’attribuzione del libretto del Don Pasquale può essere definita un “bisticcio politico”: Giovanni Ruffini era un mazziniano autentico, una delle anime della “Giovine Italia”, esiliato in Francia.

Il clima sociale francese in quegli anni era estremamente cosmopolita: il mondo della cultura era in fermento, l’Europa veniva destabilizzata da continue rivoluzioni. Parigi divenne il luogo ideale per l’incontro tra le posizioni politiche e culturali più disparate.
Durante la stesura del Don Pasquale, quella che poteva diventare una lunga e fruttuosa collaborazione tra Ruffini e Donizetti, si trasformò in un calvario per entrambi. Ruffini era pronto a risentirsi per ogni richiesta o cambiamento in corso, richieste dal musicista; Donizetti, d’altra parte, con grande puntiglio faceva rispettare il suo diritto a richiedere nuovi versi, o a rifiutare quelli che non riteneva adatti.
La diatriba finale fu sull’allestimento e i costumi dell’opera: Donizetti voleva per Don Pasquale un allestimento moderno, pur essendo l’opera un rifacimento di un libretto del 1810. Ruffini montò su tutte le furie e rifiutò di firmare il libretto.
A dirimere la bagarre intervenne Michele Accursi (amico di Donizetti), che propose di apporre le sue iniziali sul libretto.
Per questo motivo, il libretto originale risulta a firma di “M. A.”.
Questo stratagemma favorì anche lo stesso Donizetti: in Italia, infatti, mal sarebbe stato accolto un libretto firmato da un esule politico condannato a morte, rifugiatosi in Francia.

Nella tradizione dell’Opera buffa l’opera prende a riferimento i personaggi della Commedia dell’arte. Pasquale è Pantalone, Ernesto è Pierrot, Malatesta è Scapino e Norina è Colombina.

Biglietteria: € 12 / € 10

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