Due Amici

Prima Visione a Rimini

DUE AMICI
Regia di Louis Garrel
con Golshifteh Farahani, Louis Garrel, Vincent Macaigne
Drammatico,Francia, 2015
100 minuti

Liberamente ispirato alla pièce teatrale Caprices de Marianne di Alfred de Musset, DUE AMICI è l’opera prima di Louis Garrel, già affermato attore francese.

Clément, fragile e ossessivo, lavora come comparsa al cinema e ama platealmente Mona, occupata in un chiosco della Gare du Nord. Clément vorrebbe trattenerla a Parigi ma Mona ha un treno da prendere ogni sera. Detenuta in semilibertà, Mona nasconde il suo segreto e rifiuta l’amore di Clément. A convincerla ci prova Abel, benzinaio col vizio della poesia, venuto in soccorso dell’amico. Deciso a impedirle il ritorno, Abel la costringe a terra e a un chiarimento con Clément. La disperazione di aver perso il treno e mancato il rientro al penitenziario stempera presto dentro una notte parigina e un ménage à trois tragicomico, governato dai sentimenti e dal bisogno di appartenere a qualcuno. Una donna, un uomo, un amico.

UN FILM ARIOSO E LEGGERO CHE RIPRENDE LA CONFIGURAZIONE SENTIMENTALE FRANCESE PER ECCELLENZA. Marzia Gandolfi – MyMovies.it
Biglietteria:  € 6 / € 5
 
Proiezioni:
Giovedì 28 novembre – ore 21:00
Sabato 30 novembre – ore 17:00 e ore 21:00
Domenica 1° dicembre – ore 21:00

DUE AMICI – note di MyMovies.it

Opera prima di Louis Garrel, Due amici riprende la configurazione sentimentale francese per eccellenza e realizza un film arioso e leggero, nel senso di Kundera. Dramma da camera ‘in esterno’, Due amici argomenta il mediometraggio La Règle de trois girato quattro anni prima e abitato dagli stessi attori. Louis Garrel, Vincent Macaigne e Golshifteh Farahani interpretano tre personaggi spostati, fuori fuoco, precari della vita e dei sentimenti dentro una Parigi disinnescata che apre sulla bellezza confusa dei suoi protagonisti. Il triangolo amoroso (e amicale) domina il racconto svolto in tre giorni e due notti, ispirato a Musset (“Les caprices de Marianne”) ma vicino a Marivaux nel gioco dell’amore e della menzogna. Al centro del motivo ternario c’è Mona, attorno orbitano Clément e Abel che, (auto)emarginati, possiedono tangibilmente soltanto il loro sentimento.

I personaggi, tutti ugualmente innocenti, si costruiscono un rifugio di armonia per fuggire il caos della vita, passando il loro tempo a mentire o a colpevolizzarsi. Incapaci di indovinare un punto di arrivo, vivono ogni istante come se la loro storia, passata o futura, non avesse rilievo. Ogni qualvolta il conflitto sorge, uno stratagemma narrativo o un dialogo eccentrico intervengono a eluderlo o a ridimensionarlo. La leggerezza prima di tutto. Quella insostenibile di Kundera e quella umanista di Renoir, capace di considerare la pace tra due uomini che amano la stessa donna (La regola del gioco).

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